L’ABBRACCIO DEL TOGO PER RINGRAZIARE IL MEDICO DEGLI “ULTIMI” 👶🏻❤️
Affo, un bambino di 9 anni, nato con una grave e rara malformazione congenita che si chiama estrofia vescicale, non ha alcuna possibilità di essere operato in Togo, dove è nato e abita. Ma anche in Europa non è semplice. I pochi centri pediatrici in grado di garantire un intervento del genere hanno costi impossibili per una famiglia che vive sull’orlo della povertà.
Issa Djbril Aboubakar, uno zio del piccolo che vive a Liegi in Belgio ed è a capo di una Ong Tibi, creata per promuovere la cultura del Togo, trova su Google il nome di Sergio D’Agostino, il chirurgo pediatra vicentino che lavora al San Bortolo, aiuta gratuitamente chi ha bisogno e ha fondato l’associazione Surgery for Children con la quale da 18 anni, alla guida di specialisti e infermieri di tutta Italia che si pagano anche il viaggio, ha salvato migliaia di bambini in 44 missioni nel Sud del mondo più povero.
Il contatto è un biologo togolese che si è laureato e lavora a Genova, Nazifou Ouro-Gomma. E il dottor D’Agostino risponde alle mail di Issif. “Posso operarlo – dice – in Uganda al St. Mary’s Hospital di Lacor”.
Ed è qui, in un ospedale no-profit, fondato nel 1959 dai comboniani e ingrandito da due coniugi assetati di bene come Lucille e Piero Corti, dove si accolgono malati privi di tutto, che Affo viene operato, guarisce, torna a essere un bambino normale.
E così sabato scorso Issa, lo zio e Sani Issifu Zakari, presidente dell’alto consiglio dei togolesi all’estero per il Benelux, sono venuti a Vicenza con un volo Bruxelles-Treviso per una visita-lampo di poche ore per ringraziare D’Agostino, il presidente di Surgery for Children Salvatore Coppolino, le infermiere Liana di Treviso e Anna di Vicenza, a nome dell’equipe berica.
Con i due rappresentanti dell’Africa in Belgio anche l’interprete Nazifou, collante di una propizia congiunzione astrale che ha reso possibile un altro miracolo di questa terra frutto di mani che si uniscono senza distinzioni e senza le quali la storia si ferma.
Un blitz all’ombra della Basilica per esprimere la riconoscenza della comunità africana, ma anche per chiedere a D’Agostino di portare le sue missioni, fatte di sapere medico, abilità chirurgica, fuoco umanitario, anche nell’ospedale di Kara, nel Togo del nord, dove i bimbi malati sono migliaia. Ora lo specialista, folgorato sulla via della cooperazione che rende uguali, che ha operato a Gaza a lume di candela, si prepara a una nuova sfida.
Un’altra bella storia. Grazie ad Affo e al medico che gli ha ridato il futuro.
Il bambino nasce nel 2015 a Kpémé, villaggio a un’ora dalla capitale Lomè. La malformazione compromette continenza urinaria, funzione sessuale e riproduttiva. Occorrono complessi step chirurgici per ricostruire anatomie che non ci sono. Fausia, la mamma di 37 anni, musulmana, è disperata. Per questo lei e il marito allertano la comunità togolese in Europa.
È ad agosto 2022 che Nazifu contatta Surgery for Children. In Belgio la comunità togolese organizza una colletta per il volo di Affo e di Fausia, mentre Surgery for Childrern contribuisce alle spese sanitarie e al loro soggiorno in Uganda. Ma di mezzo si mettono prima il Covid e poi l’Ebola.
D’Agostino opererà il piccolo ad aprile 2023 al St. Mary’s Hospital. Con lui 20 volontari tra chirurghi, anestesisti ed infermieri e medici locali. L’intervento dura circa 12 ore e tutto fila liscio. Il regalo è una breve lettera che D’Agostino consegna a Fusia la sera prima di ripartire per l’Italia mentre Affo dorme sereno. Nessuna parola, solo sguardi. “Cara Fausia, grazie per averci dato la possibilità di aiutare tuo figlio. Buona vita dagli amici di Surgery for Children”. Fausia piange, asciuga le lacrime con il bordo dell’hijab. L’odissea è terminata. Adesso Affo va a scuola, felice.
FRANCO PEPE – IL GIORNALE DI VICENZA