Anche la dodicesima missione al St. Mary’s Hospital è finita. Vissuta come sempre intensamente, quasi in apnea. Dalla mattina fino a tarda notte per tre settimane, attorno ai bambini e alle loro famiglie da confortare e supportare.
È il momento delle ultime foto rubate per non spezzare il filo invisibile con questo posto magico, dove le sofferenze quotidiane, per noi impensabili, si inseriscono in una vita combattuta e vissuta con bisogni “essenziali” e sogni apparentemente “banali”.
Ci porteremo a casa il ricordo dei sorrisi immensi di bambini inizialmente impauriti e poco disponibili alle nostre tenerezze. Gli sguardi preoccuparti dei genitori che d’un tratto vedono andar via chi ha portato loro speranza. La loro gratitudine e quella dei nostri amici medici e infermieri con cui abbiamo condiviso gioie e dolori… sono stati vera energia per il nostro corpo!
Tutti sussurrano “apwoyo”, che in lingua acholi significa “grazie di cuore”. In tutti noi i volti sono stanchi ma distesi e sorridenti, il cuore e la mente sono pieni di emozioni ancora disordinate ma tutte positive e forti, da coccolare con calma, da analizzare a mente fredda e da diffondere tra gli amici.
Grazie di cuore a chi non ci ha fatto sentire soli lontano da casa
Apwoyo
Diario di Uganda 2017