Di padre Elio non si possono dimenticare gli occhi. Vedevano chi eri davvero, nel profondo del cuore. E lo facevano senza giudizio, con assoluto amore, nel semplice silenzio di una persona che solo standoti vicina ti faceva pensare di poter essere migliore.
Elio era la memoria del Lacor e ci ricordava in ogni momento il senso profondo di quello che stavamo facendo: dare il nostro piccolo contributo per aiutare chi è in difficoltà, senza chiedere nulla in cambio. Lo incontravi al mattino in biciletta tra le strade dell’ospedale, alla sera mentre pregava con le famiglie dei malati nel piccolo spazio della cappellina. Le voci delle preghiere e dei canti ci raggiungevano man mano che uscivamo dal reparto dopo una giornata di interventi.
Elio ci ha insegnato che le azioni, fatte nel silenzio, contano più di tante parole.
E vorremmo ricordarlo così, con i suoi gesti, che abbiamo vissuto e condiviso. Con la sua inseparabile jeep guidava nella foresta per raggiungere la fattoria dove, dando lavoro e un futuro ad alcuni ragazzi, coltivava frutti, riso e arachidi. Li salutava, raccoglieva parte del raccolto e poi via, verso l’orfanatrofio dove li lasciava, accompagnati da una carezza e un sorriso. Era il nostro “custode dei bambini malnutriti”, distribuiva con accortezza i soldi che lasciavamo per sfamare alcune famiglie in grande difficoltà.
Padre Elio non c’è più ed è un grande dolore. Resta la sua presenza dentro di noi, quello che ad ognuno ha trasmesso con la sua semplicità, la sua disponibilità, e la concretezza delle azioni in aiuto dei deboli e dei disperati. Preghiamo affinchè ci tenga uniti e ci aiuti ad essere costanti nei nostri progetti anche nelle difficoltà.
“Preparati a vedere un luogo poverissimo, ma anche a conoscere il coraggio eroico della mia gente. La loro fede nella vita sfida l’orrore.” (dal racconto di padre Elio – I bambini della notte)
Buon viaggio Brother Elio.