Introduzione
La 10° missione di “Surgery for Children” al St. Mary’s Hospital di Lacor si è svolta come sempre in collaborazione con la Fondazione Corti di Milano e l’Università Federico II di Napoli che nel Nord-Uganda supporta, con il progetto Gulunap, l’Università di Medicina di Gulu di cui il Lacor Hospital è Teaching Hospital.
Team
Alla missione hanno partecipato 16 volontari, 15, in ferie od in pensione, provenienti da vari ospedali italiani, ed 1 volontario Ugandese:
4 chirurghi:
D’Agostino di Vicenza, B. Cigliano ed A. Savanelli di Napoli, P. Kaima, Ugandese
3 Anestesisti:
Aspide di Bologna, D. Gelormini di Verona e B. Turchetta di Milano
9 Infermieri:
Scuccato, M. Bernardele, M. Baccarin, G. Pogietta e P. Sausa di Vicenza, Barro e P. Foglia di Treviso, Doro di Napoli, Nulli di Imola
Al team è stato aggregato anche 1 Fotografo, Moreno Pregno di Torino.
Svolgimento della missione
Ad attenderli la solita miriade di bambini con le loro famiglie, quasi tutti con malformazioni congenite gravi, soprattutto all’apparato uro-genitale e gastro-intestinale, allertati da mesi da annunci radio o attraverso i sermoni in chiesa.
Nei loro sguardi una muta richiesta di aiuto per un intervento chirurgico che finora nessuno era stato in grado di eseguire. Purtroppo per queste malattie in Uganda non c’è ancora nessuna possibilità di ricevere cure adeguate, e sin dal suo arrivo al St. Mary’s Hospital nel 2006, “Surgery for Children” è diventata l’unica speranza di guarigione per tanti bambini e per le loro famiglie, altrimenti costretti ad una vita di sofferenze e di emarginazione.
La formazione
Il Lacor Hospital, gestito da medici ugandesi con il significativo supporto della Fondazione Corti, è il punto di riferimento sanitario per oltre 5 milioni di persone in un’area molto povera del nord-Uganda ai confini con il Sudan, e continua da oltre 60 anni ad offrire le migliori cure possibili al minor costo possibile, senza alcuna discriminazione, anche per chi non può pagare.
L’ospedale, è da sempre aperto a collaborazioni straniere e quella con SFC è inserita in un bisogno di salute specifico della popolazione: quello della correzione chirurgica delle Malformazioni Congenite. In 9 anni di Missioni continuative di SFC sono stati visti oltre 800 pazienti con le più disparate malformazioni e circa 350 di essi sono stati operati. Di fronte ad un numero di pazienti aumentato anno dopo anno, la direzione dell’ospedale sempre attenta alle richieste provenienti dalla popolazione, ha cominciato a considerare “non più trascurabile” un tale bisogno, ed ha dato sempre maggiore fiducia al team di SFC.
Quest’anno poi ha specificamente richiesto di lavorare su ben due sale operatorie, in modo da dare, nell’arco delle tre settimane, risposte al maggior numero possibile di malati.
Per la prima volta “Surgery for Children”, si è mossa con un team così numeroso.
Al team sono stati aggregati il solito medico tirocinante interno per facilitare i contatti con il personale locale, ed anche, uno specializzando in chirurgia proveniente dall’Università ugandese di Mbarara (e questo per il secondo anno consecutivo) che ha svolto uno stage intensivo certificato da SFC. Dopo che negli anni scorsi SFC ha contribuito alla formazione di un primo chirurgo pediatra attualmente già operativo sul territorio ugandese, ora sta partecipando alla formazione del “suo” secondo chirurgo pediatra; inoltre è diventata anche parte integrante di un pool di prestigiose Istituzioni Internazionali coinvolte nella realizzazione della neonata Società Ugandese di Chirurgia Pediatrica.
Le operazioni
Le attività cliniche, come negli anni precedenti, sono state svolte in stretta collaborazione con il personale locale; a causa della durata della missione, sempre troppo breve in rapporto al numero di pazienti in attesa, i carichi di lavoro sono stati frenetici ed incessanti, anche di 12-13 ore consecutive ed anche al sabato ed alla domenica.
In sala operatoria i 4 chirurghi, 3 anestesisti e 5 strumentisti del team di SFC hanno sempre coinvolto direttamente tutte le figure professionali locali (chirurghi, tecnici di anestesia ed infermieri) in modo da migliorarne le competenze tecniche e facilitare l’acquisizione da parte loro di “modelli” utili a migliorare l’organizzazione delle attività; preziosissimo in questo senso anche il lavoro dei 4 infermieri che hanno seguito i pazienti operati in terapia intensiva ed in reparto.
Durante la missione sono stati visitati 90 pazienti e 46 di questi sono stati operati. Gli interventi eseguiti nelle 3 settimane, tutti impegnativi per la complessità della patologie e/o per il ritardo con cui i pazienti sono giunti all’osservazione, sono stati:
12 Imperforazione Anale
3 Megacolon Agangliare
3 Onfalocele
15 Ipospadie
3 Ambiguità dei Genitali
5 Uropatie Malformative
3 Estrofia Vescicale /Epispadia
2 Chirurgia Minore.
Considerazioni finali
Fondamentale il ruolo degli anestesisti, costretti ad affrontare con risorse “essenziali”, interventi in neonati, lattanti, bambini ed adulti ad alto rischio, a causa di malattie concomitanti (malaria, broncopolmoniti, malnutrizione ed anemia) più frequenti del solito per l’inatteso prolungamento della stagione delle piogge; questi due fattori: -maggior incidenza di malattie concomitanti ed – alto tasso di umidità ambientale, hanno comportato una percentuale di complicazioni post-operatorie insolitamente più alta rispetto alle precedenti missioni.
Il follow-up a medio, lungo termine è seguito come sempre dai medici locali, in contatto con i colleghi italiani.
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