Uganda 2012

7 novembre - 25 novembre 2012 | 7ᵃ Missione

Introduzione

La 7° missione clinica – formativa di “SURGERY FOR CHILDREN” al St. Mary’s Hospital di Lacor dal 7 al 25 novembre 2012, svolta in collaborazione con il “Progetto GULUNAP” dell’Università “Federico II” di Napoli e con il supporto della FONDAZIONE CORTI di Milano, è simile alle precedenti dal punto di vista organizzativo, ma è soprattutto l’occasione per fare un bilancio su una collaborazione specialistica, quale quella della chirurgia pediatrica ricostruttiva che si ripete ormai da 7 anni, e riflettere sul significato di questa collaborazione sia per l’ospedale che in generale per la popolazione.

Team

Alla missione hanno preso parte: 2 chirurghi pediatri: Sergio d’Agostino (Osp. S.Bortolo di Vicenza) e Bruno Cigliano (Univ. “Federico II di Napoli), 2 anestesisti: Francesca Avogaro di Padova e Raffaele Aspide di Imola, e 7 Infermieri: 5 da Vicenza (Caterina Sellaro, Bruna Sandonà, Elisa Vigni, Martina Bernardele ed Antonio Arditi), 1 da Napoli (Annamaria D’Oro) ed 1 da Treviso (Liana Barro), ed in più all’equipe si è aggregata, per svolgere uno stage intensivo di chirurgia pediatrica, 1 chirurgo ugandese, Phillys Kisa dell’Ospedale Mulago di Kampala che già nel 2009 aveva partecipato alla 4°missione di SFC in qualità di tirocinante.

Visite e operazioni

Nell’arco delle 3 settimane sono stati visitati e sottoposti ad accertamenti specialistici 70 bambini già selezionati dai chirurghi locali, tutti con malformazioni congenite gastro-intestinali ed uro-genitali. 39 sono stati poi operati e 15 rinviati alla missione del 2014.

Le patologie dei bambini sottoposti ad intervento chirurgico sono state: ipospadia (9 pz), ano imperforato (9), megacolon agangliare (4), valvole dell’uretra posteriore (2), onfalocele (2) ostruzione pilorica (2) estrofia vescicale (2), idronefrosi (2), incontinenza urinaria/fecale da trauma perineale (3), emangioma (2), teratoma sacro-coccigeo (1), incontinenza urinaria da sbocco ectopico dell’uretere (1).

La collaborazione con il Lacor Hospital

Tutte le attività, in sala operatoria, reparto, e terapia intensiva per l’assistenza post-operatoria, si sono svolte in stretta collaborazione con il personale medico ed infermieristico del St. Mary’s Hospital che ha accettato di buon grado turni di lavoro prolungati ed incessanti, dalle 8 alle 20 – 21, anche di sabato e domenica, consapevoli di essere ad offrire opportunità di futuro migliore a connazionali altrimenti destinati ad una vita infelice. Importante è stato il ruolo dei due anestesisti dell’equipe, non solo per la professionalità con cui hanno affrontato gli interventi, tutti complessi, con durata mai inferiore alle tre ore, in bambini tra i 3 ed i 15 Kg di peso e con gravi problemi concomitanti (anemia, malnutrizione, malaria ed altre malattie infettive… ), ma anche per la loro capacità di interfacciarsi con i tecnici di anestesia locali, scambiando pareri e consigli e condividendo esperienze.

La Dirigenza dell’Ospedale, nell’ottica della formazione “on the job”, ha aggregato alla equipe italiana, come è sempre avvenuto anche nelle missioni precedenti, due giovani medici tirocinanti dell’Università di Gulu, Silvester e Francis, che hanno partecipato con entusiasmo alle attività, favoriti anche dalla presenza del chirurgo di Kampala. Ad essi è poi toccato il compito di effettuare il follow-up dei pazienti operati, in contatto mail con i medici italiani.

Considerazioni finali

Nel complesso i risultati sono apparsi soddisfacenti, e questa valutazione non riguarda solo la riuscita degli interventi, o l’assenza di complicazioni maggiori, o l’aver reso autonomi gli anestesisti locali nel monitoraggio dei parametri vitali per la sicurezza in corso d’intervento, od ancora aver organizzato un supporto anestesiologico sicuro in 3 delle 6 sale operatorie dell’ospedale.

La valutazione sulla qualità dei risultati riguarda anche aspetti meno clinici ma non per questo meno importanti, quali la “sostenibilità”, cioè il riuscire a trasmettere“conoscenze” finalizzate all’autonomia del personale sanitario locale, od anche le conseguenze che la chirurgia ricostruttiva per malattie invalidanti può avere per i pazienti e per le loro famiglie.

Nei “paesi ricchi” la chirurgia pediatrica rientra tra le chirurgie specialistiche indispensabili per una sanità di qualità, ma nei paesi “poveri” caratterizzati da tante carenze: di strutture, di strumentazione, di organizzazione, di esperienza…,è purtroppo ancora considerata un lusso. In Uganda i bambini < 15aa costituiscono quasi il 55% su una popolazione di circa 40 milioni di abitanti e le malformazioni congenite non sono affatto rare, favorite da specifiche condizioni socio-ambientali (infezioni e malnutrizione materna in gravidanza, inquinamento ambientale, consanguineità…); inoltre in Uganda esiste un solo chirurgo pediatra specialista che lavora in capitale, ed i medici anestesisti sono una rarità (sostituiti dai tecnici di anestesia), cosicché le malattie chirurgiche dell’età pediatrica sono affrontate quasi esclusivamente da chirurghi generali senza competenze specifiche.

Di fatto l’incidenza tra la popolazione dei malati con malformazioni congenite complesse che non muoiono a causa della propria malattia, e che hanno necessità di chirurgia in elezione, è piuttosto elevata; essi, in assenza di opportunità di cure, sono costretti a vivere spesso ai margini della società, con una pessima qualità di vita,.

La continuità delle esperienze didattico-cliniche di SFC al St. Mary’s Hospital con circa 350 bambini sottoposti ad interventi chirurgici ricostruttivi in 7 anni ha reso credibile l’iniziativa e, con la maggiore conoscenza della realtà sanitaria ugandese, è stato quasi naturale spingersi in riflessioni centrate sulle malformazioni congenite correggibili, in modo da poter adattare poi i progetti alla realtà effettiva del paese:

– Il modello di collaborazione basato sui due diversi aspetti: da un lato il supporto clinico ed organizzativo di medici ed infermieri “ospiti“ integrati in una realtà locale già esistente e ben funzionante, dall’altro le lezioni di Chirurgia Pediatrica agli studenti del 5° anno di Medicina dell’Università di Gulu (progetto Gulunap), è ormai ben collaudato.

– la chirurgia specialistica della ricostruzione delle malformazioni congenite complesse non è facilmente realizzabile In Uganda e per questo è importante stimolare l’interesse e favorire la formazione di giovani medici ugandesi nei confronti di una specialità di cui c’è grosso bisogno. In tal senso è significativo l’esempio della dott.ssa Kisa che dopo una precedente partecipazione ad una missione di SFC come tirocinante, ha ritenuto di dover ripetere nuovamente lo stage dopo essersi specializzata in chirurgia, con l’obiettivo di utilizzare poi l’esperienza nel suo lavoro quotidiano a Kampala.

– Il problema dell’incidenza delle malformazioni congenite e della loro possibilità di cura e prevenzione in realtà con condizioni socio-ambientali difficili come l’Uganda non è trascurabile in termini di impatto sociale. Anche se sono reperibili dati in questo senso nella letteratura internazionale, il peso del problema è tuttora negletto sia dalle Istituzioni locali che dalle Agenzie Internazionale, ed esperienze come quelle realizzate al St. Mary’s Hospital possono contribuire a farlo emergere.

– Il trasferimento diretto dell’esperienza “sul campo” per periodi brevi non è sufficiente a garantire la “sostenibilità” ed al di là delle missioni brevi che pure hanno un proprio significato, diventa importante invece puntare ad una formazione specialistica più ampia e duratura, rivolta a personale locale ben motivato, che dovrà poi a sua volta dare il proprio contributo alle esigenze sanitarie del paese sia in ambito clinico che organizzativo.

E’ in questa direzione che probabilmente “SURGERY FOR CHILDREN” indirizzerà i propri progetti futuri.

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