Periodo
2011, 2012
Luogo
Repubblica Dominicana, Caraibi
Collaborazioni
SOS Bambino, Vicenza
Panoramica del paese
La Repubblica Dominicana, anche se all’88° posto nel ranking mondiale secondo l’Indice di Sviluppo Umano delle Nazioni Unite (ISU 2010), era un paese di grossi contrasti sociali.
Problemi di maggior rilevanza erano:
– i bambini di strada,
– il traffico di minori,
– prostituzione e sfruttamento minorile con il correlato turismo sessuale,
– alta % di gravidanze negli adolescenti.
Ben il 30% della popolazione, viveva al di sotto della soglia di povertà con una spiccata disparità nell’accesso alle risorse sanitarie tra campagna e città, dove, attorno ad eleganti quartieri con standard di vita occidentali, si erano sviluppate periferie sovraffollate, disordinate e prive dei servizi più elementari (acqua, servizi igienici, raccolta dei rifiuti …).
Dal punto di vista sanitario gli ospedali pubblici, per lo più concentrati nelle città, erano mal organizzati e carenti di medicinali e strumentazioni, mentre le più efficienti strutture private erano aperte solo per chi aveva disponibilità economica o poteva permettersi polizze assicurative.
Ad aggravare il quadro socio-sanitario del paese si era aggiunto dopo il terremoto del 2010, il problema dei numerosi profughi Haitiani in fuga dalla loro catastrofica realtà.
Scenario della missione
Le Missioni in Repubblica Dominicana sono nate da una collaborazione tra “SOS Bambino International Adoptions Onlus” e “Surgery for Children” (SFC), cofirmatari del progetto “Medici per Santo Domingo”.
Il progetto, durato 2 anni è stato finanziato da CARIVERONA ed in parte anche da SOS Bambino (ente capofila) ed è stato effettuato in partenariato con il CONANI (consiglio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza della Repubblica Dominicana), responsabile dei servizi sociali e delle adozioni internazionali.
Alle missioni hanno preso parte sia volontari di SFC che dipendenti di SOS Bambino I.A. Onlus.
La Onlus SOS Bambino di Vicenza, operava da 15 anni nel campo dell’infanzia in difficoltà occupandosi di adozioni internazionali, in Russia, Ucraina, Kazakistan, Tanzania, Bolivia, Messico, Colombia e Repubblica Dominicana; non si era mai occupata di aspetti sanitari, ma ritenendo l’adozione un’azione sussidiaria a quelle indirizzate a mantenere i bambini nel proprio paese di origine, aveva sempre rivolto il proprio impegno al miglioramento in loco delle condizione di vita, supportando progetti di solidarietà per prevenire l’abbandono.
Il progetto “Medici per Santo Domingo” prevedeva:
1) interventi gratuiti ai bambini dominicani “poveri” ed ai profughi haitiani con spese per analisi pre-operatorie ed interventi (150 dollari ogni bambino) a carico di SOS Bambino.
2) supporto ad ospedali locali in tema di assistenza e formazione nelle nuove tecnologie (laparoscopia), con il massimo coinvolgimento nelle attività di medici ed infermieri.
3) donazione di strumentazioni (Elettrobisturi a Radiofrequenza ed Apparecchiatura Laparoscopica Pediatrica), da utilizzare nella routine quotidiana
La 1° missione del giugno 2011 si è svolta interamente a Santo Domingo e si è sviluppata in tre fasi:
1) incontri con istituzioni locali insieme ai rappresentanti di SOS bambino nei quali è stato affrontato il tema del rischio malattie per le popolazioni più povere ed in particolare l’impatto delle malformazioni congenite sulla salute pediatrica, nell’ottica di concordare spazi di collaborazione non rivolti solo all’attività chirurgica ma anche alla prevenzione,
2) interventi chirurgici presso l’Ospedale Materno-Infantile “San Lorenzo de los Mina” a Santo Domingo Este
3) incontri scientifici di aggiornamento.
Il clima di collaborazione con istituzioni e personale locale è stato ottimale e promettente e durante la missione sono state poste le basi per future collaborazioni riguardanti:
– diagnosi pre- e postnatale ed epidemiologia delle malformazioni congenite neonatali,
– assistenza intensiva post-operatoria ed al bambino critico.
– sviluppo delle nuove tecnologie in ambito chirurgico,
A conferma del profilo internazionale raggiunto da SFC, nel gruppo di sanitari c’erano anche 2 medici venezuelani, abituali collaboratori delle missioni in Venezuela; grazie ai contatti instaurati durante la missione, 2 medici dominicani sono stati invitati in Venezuela, presso l’Ospedale Universitario “J. M. De Los Rios” di Caracas, per uno stage di 4 mesi (Agosto-Novembre 2011).
La 2° missione nel 2012 si è svolta in 2 diverse città:
– A Santiago de Los Caballeros, 2° città del paese ai confini con Haiti che viene raggiunta in autobus direttamente dall’aeroporto di Santo Domingo. Il primo impegno è presso il Senato Accademico dell’Università UTESA dove viene firmato un Accordo ufficiale tra l’Università e le due associazioni Italiane, Surgery for Children e SOS Bambino, per una collaborazione in tema di salute, formazione e prevenzione del disagio sociale e per l’attivazione di un Master Specialistico in Chirurgia Pediatrica per medici neo-laureati.
Nel paese, nonostante l’altissima natalità e l’elevata incidenza di malformazioni congenite, non era prevista la specializzazione di chirurgia pediatrica; i pochissimi medici specializzati avevano studiato all’estero e la maggior parte dei pazienti pediatrici veniva operato da chirurghi generali.
L’UTESA aveva studenti distribuiti su tutto il territorio nazionale in 5 “recinti” dedicati alla medicina dove erano svolte le lezioni teoriche, e da dove gli studenti si spostavano poi per il tirocinio pratico, nei 2 Teaching Hospitals di Santiago de Los Caballeros. Il master avrebbe costituito uno sbocco per gli studenti dell’Università.
L’attività chirurgica programmata a favore di bambini “poveri” è stata svolta nei giorni successivi presso la “Clinica Cibao”, Teaching Hospital dell’UTESA.
La clinica, pulita ed efficiente, era molto diversa dall’ospedale in capitale. Al suo interno veniva svolta normalmente chirurgia “socialmente utile” e le risorse da dedicare alla fascia povere della popolazione derivavano in parte dai ricavi dell’attività privata ed in parte dai profitti dell’Impresa Università (giornali, farmacia, etc…).
L’accoglienza e la disponibilità dei Chirurghi (tutti generali, nessuno pediatrico) e del Preside della facoltà di medicina sono state straordinarie; il Preside ha anche accompagnato il gruppo all’altro Teaching Hospital: “Hospital De Especialidades Medicas Materno Infantil” dove è stato incontrato il Rettore e dove era programmata una conferenza per un centinaio di studenti.
– La seconda parte della missione è stata svolta a Santo Domingo, ancora presso l’Ospedale “San Lorenzo de los Mina”.
Erano presenti gli stessi chirurghi e tirocinanti dell’anno precedente ma l’accoglienza ed il clima generale sono stati purtroppo molto diversi.
In ospedale non è stato dato spazio alla missione; mancavano sia i pazienti programmati dal CONANI che quelli concordati con i colleghi dell’ospedale che peraltro non mostravano alcun interesse a collaborare.
Inoltre da parte loro non c’era nessun segno di apprezzamento per la costosa strumentazione arrivata in ospedale, né gratitudine per lo stage di aggiornamento offerto in Venezuela.
Il tutto appariva incomprensibile ed assolutamente ingiustificabile, e strideva notevolmente con il clima della missione 2011, e soprattutto con l’accoglienza ricevuta a Santiago de Los Caballeros, da dove peraltro i colleghi avevano anche richiamato il Team per effettuare insieme un intervento molto complesso.
Non ci sono state spiegazioni, né era accettabile l’atteggiamento superficiale e borioso dei rappresentanti di SOS Bambino che sembravano non comprendere la gravità della situazione all’interno di una missione di cooperazione che coinvolgeva volontari non retribuiti.
Probabilmente in gioco c’erano interessi diversi, non esplicati, e la percezione di ciò mise in dubbio gli scopi della missione e del progetto.
Alla fine il dissidio fu incolmabile e divenne nullo anche l’accordo quadro firmato con l’UTESA, nonostante che l’iniziativa fosse stata apprezzata anche dall’Ambasciatore Italiano dr. Arturo Olivieri il quale, avendone avuta notizia dal Console Italiano di Santiago, si era congratulato con i responsabili del Progetto, sottolineandone il grande valore.
Le missioni di Surgery for Children a Santo Domingo non hanno più avuto seguito.