Etiopia 2022

24 novembre - 1 dicembre 2022

Introduzione

La missione in Etiopia nasce su sollecitazione di un emigrato etiope, Said Hussain, che da 14 anni vive in Italia con la sua famiglia. Nato in Oromia, la più grande regione dell’Etiopia, patria del gruppo etnico più numeroso, gli Oromi, egli aveva più volte parlato della difficile realtà socio-sanitaria della sua terra, con uno dei volontari di Surgery for Children.

La missione era stata programmata per gennaio 2023 ma è stata anticipata allorché l’epidemia da virus ebola ha impedito lo svolgimento del “Surgical camp” di Surgery for Children in Uganda previsto nel mese di novembre.

Situazione

Su invito del sindaco della città di Mettu, capoluogo dell’Illubabor uno dei 21 distretti dell’Oromia, sono partiti per l’Etiopia 8 volontari, Sergio d’Agostino (Chirurgo Pediatra.), Giuseppe D’Amico (Anestetista), Giancarlo D’Agostino (Ginecologo), Liana Barro e Caterina Sellaro (Infermiere esperte di cooperazione internazionale), Martina Bernardele (Infermiera di area pediatrica), Carlo De Cao (Infermiere di sala operatoria), e Giulia d’Agostino (Project Manager).

Ad accoglierli in aeroporto ad Addis Abeba, c’erano Said, l’emigrato etiope appositamente rientrato in patria, ed un autorevole deputato del governo federale nato in Illubabor; entrambi sono saliti sul volo interno per Gambela ed hanno accompagnato a Mettu i volontari con le auto messe a disposizione dalla locale Università. Poi rimarranno con il gruppo per tutta la durata della missione.

A Mettu l’accoglienza dei politici e dei medici locali è calorosa, ospitale e collaborativa. Nei giorni successivi viene visitato il Mettu Karl Hospital (MKH), l’unico ospedale del distretto, ed i 2/41 Health Centers periferici più vicini alla città. I medici locali inoltre, presentano in 2 incontri successivi:
– la realtà sociosanitaria del distretto
– i dati epidemiologici più significativi
– le criticità che essi ritenevano fossero da supportare.

L’ultimo giorno è dedicato all’incontro con il Rettore dell’Università di Mettu (nata solo 10 anni fa), Endegena Abebe, che ha espresso la speranza di riuscire ad avviare collaborazioni con università straniere per la didattica e la ricerca scientifica.

Per il gruppo di Surgery For Children i dati più sconvolgenti sono stati l’altissima mortalità materna e perinatale (causata delle scadenti cure in gravidanza e durante il parto) e le ridotte opportunità di cure per i pazienti in particolare nell’area dell’urgenza chirurgica.

Conclusioni

Grazie al clima di pacificazione e di speranza avviato dal Primo Ministro Abiy Ahmed, Nobel per la Pace nel 2019, le 2 comunità, medica e politica locali sono apparse molto motivate a migliorare la realtà socio-sanitario nel loro distretto, ed a Surgery For Children sono state avanzate numerose richieste di supporto e di collaborazione.

Il gruppo di volontari ha concordato sulla necessità di dare priorità alle problematiche riguardanti la “Primary Health Care”, mettendo in secondo piano il supporto alle cure specialistiche, ed è stato promesso l’impegno ad avviare progetti inizialmente nell’area metropolitana, rivolti a:
1. migliorare l’accesso alle cure per le donne in gravidanza.
2. rafforzare la qualità delle cure negli Health Centers in modo da ridurre la pressione sull’ospedale centrale “Mettu Karl Hospital”.
3. migliorare la formazione di ostetriche ed infermiere.
4. condividere esperienze cliniche con i medici nell’area chirurgica.

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