Periodo
Dal 2001 al 2008
Luogo
Ecuador, America del Sud
Collaborazioni
Padre Josè Carollo
Scenario della missione
Le attività in Ecuador sono iniziate nel 2001 a seguito di un contatto diretto tra il gruppo di sanitari vicentini impegnati nel volontariato chirurgico pediatrico internazionale, e Padre Josè Carollo, missionario salesiano di Zanè (Vicenza), in Ecuador dal 1949, con una vita costantemente vissuta al servizio dei poveri e degli emarginati.
A metà degli anni ‘70 egli aveva creato la “Banca della Provvidenza” a Quito Sur, quartiere poverissimo della periferia di Quito, con oltre un milione di persone ammassate in abitazioni fatiscenti, senza accesso ad acqua, scuola e salute; tasso di natalità 8-10%, mortalità neonatale di 22/1000 nati vivi, e 50% dei bambini <5 anni gravemente malnutriti. La disponibilità di posti letto in ospedale poi, era del tutto inadeguate (0,27/1000 abitanti contro 4,5/1000 degli standard europei), e la richiesta di salute era coperta per lo più dai privati.
La “Banca della Provvidenza”, che nasceva come ente etico per prestiti di beni e servizi a condizioni vantaggiose anche per chi non aveva possibilità di restituire il prestito, si trasformava ben presto in organizzazione sociale di aiuto ai poveri anche per problemi di salute. Così nell’88 viene realizzato il Tierra Nueva Medical Center con servizi ambulatoriali di Pediatria, Ginecologia, Medicina Generale, Fisioterapia e Logopedia.
10 anni dopo viene inaugurato il Tierra Nueva Maternity Hospital, Ospedale di 2° livello con 55 posti letto, 4 Sale operatorie ed un reparto di terapia intensiva neonatale, dove si effettuano 400 visite ambulatoriali/die e 1300 parti/anno.
L’apporto del governo e degli utenti con i tickets è trascurabile, e l’Ospedale è sostenuto dagli aiuti internazionali (USA, Canada, Germania ed Italia), aiuti che non sono solo economici ma che riguardano anche l’invio periodico di personale medico ed infermieristico, le Brigade Mediche Internazionali.
È in questo contesto che si inserisce la richiesta di Padre Carollo al gruppo di sanitari vicentini che, rafforzato da colleghi provenienti di altri ospedali italiani, inizia a collaborare come Brigada Medica nell’ambito della chirurgia pediatrica. Dal 2001 vengono svolte 4 missioni, 1/anno fino al 2004.
Ma i malati che afferiscono all’ospedale sono in crescita esponenziale, e Padre Carollo, consapevole del disperato bisogno di salute del territorio, decide di lanciarsi nell’ennesima sfida: la costruzione di un secondo ospedale “Un canto alla vita”, ospedale di III° livello, con 152 letti e 24 ambulatori e 5 sale operatorie.
La prima pietra viene posata nel 2002, nel 2007 partono gli ambulatori e, nel 2010 viene effettuato il 1° intervento chirurgico dal chirurgo pediatra J.C. Arteaga.
Padre Carollo però, sofferente per una grave malattia diagnosticata nel 2002, non riuscirà a veder completata la sua ultima opera; morirà nel maggio 2005 circondato dall’amore e dalla disperazione dei sui fedeli e di quanti avevano avuto la fortuna di conoscerlo.
Il gruppo di sanitari italiani, disorientato, blocca temporaneamente le missioni a Quito. Nel frattempo l’esperienza continuativa in Ecuador aveva fatto maturare la necessità di strutturare le attività di volontariato sanitario in maniera più organica e nel 2006 il piccolo gruppo acquisisce veste legale come “Associazione Surgery for Children” iscritto nel registro delle Regione Veneto.
Le Missioni vengono riprese nel 2007 e nel 2008 con la volontà di proseguire nel solco tracciato da Padre Carollo, ma in assenza della sua carismatica figura il messaggio di apostolato sociale da lui professato per una vita, risultava decisamente affievolito.
L’aiuto ai meno fortunati non sembrava essere più al centro del progetto dei medici e degli amministratori della Fondazione e così con molto rammarico, Surgery For Children decideva di non proseguire con il progetto.
Padre Carollo però, con la sua amorevole attenzione agli emarginati, la sua semplicità e la sua tenacia nel sostenere i valori di giustizia sociale, equità e rispetto umano, è rimasto una figura carismatica per la crescita spirituale di “Surgery for Children”, ed il suo motto “la vita è un dono… da donare a chi ne ha bisogno” ne diventerà la guida.
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